Dando per scontate le competenze tecniche, quali sono le “skill” che fanno davvero la differenza, soprattutto per i Manager? Nel 2016 il World Economic Forum ha dato una risposta con la top 10 delle capacità, abilità richieste a tendere verso il 2020. Scorriamo la classifica dal fondo:
10) Flessibilità cognitiva: si tratta di una delle funzioni esecutive, capacità che entrano in gioco quando si deve rispondere a situazioni non consuete. Si intende la flessibilità di risposta, cioè l’abilità di attuare comportamenti diversi in base al cambiamento di regole o del tipo di compito.
9) Negoziazione: si dà molta importanza strategica a questa capacità, ma spesso ci si trova a improvvisare nel momento in cui bisognerebbe esercitarla. La negoziazione, invece, è un’attività strategica per creare benessere economico e relazionale, a livello aziendale come individuale, perché incide sul conto economico, sulla reputazione e sull’autorevolezza.
8) Service orientation: si tratta di una predisposizione all’essere utile, premuroso, attento e collaborativo. Soprattutto col Cliente.
7) Capacità di giudizio e di prendere decisioni: si tratta di una capacità indispensabile per i manager. E’ necessario saper condividere e ascoltare, ma al momento opportuno anche saper decidere l’indirizzo verso cui andare. E in momenti di crisi è ancora più arduo ma necessario.
6) Intelligenza emotiva: capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni. Sembra superfluo ma per scegliere il momento giusto e l’atteggiamento giusto, che si sia capi o collaboratori, l’intelligenza emotiva può fare davvero la differenza.
5) Capacità di coordinarsi con gli altri e di organizzazione personale: il lavoro in team è andato via via acquisendo un’importanza sempre più forte all’interno delle strutture lavorative. Saper lavorare in team comporta il saper organizzare il proprio lavoro, sapersi dare delle priorità e saperle cambiare se necessario, sapersi inserire in un flusso di lavoro. Il tutto può incontrare ostacoli, momenti di crisi, interruzioni, inefficienze a cui si deve essere capaci di far fronte.
4) Gestione delle persone: nel fare carriera è certamente una delle prove più complicate da superare, perché non si tratta solo di organizzare una struttura di lavoro, ma di saper gestire, motivare, valorizzare e quando serve riprendere i Collaboratori. E’ altamente time consuming se perseguita con attenzione. E’ una capacità che richiede in particolare le precedenti capacità intelligenza emotiva e prendere decisioni.
3) Creatività: Può sorprendere il fatto che al terzo posto ci sia questa capacità, ma se si guarda agli ultimi anni si capisce che solo soluzioni innovative possono far la differenza all’interno di un sistema economico in rapidi cambiamenti critici Nel corso della propria carriera si rischia di perdere progressivamente questa capacità e per questo sempre di più i manager incoraggiano l’inserimento di persone molto giovani nei team. Possono non portare l’idea giusta, ma sicuramente sono da stimolo per una visione nuova.
2) Pensiero critico: non vuol dire capacità di essere “contro” a priori, ma si tratta di un pensiero caratterizzato dai processi mentali di discernimento, analisi e valutazione. Il pensiero critico trae informazioni dall’osservazione, l’esperienza, il ragionamento e la comunicazione. Si fonda sull’andare al di là della parzialità del singolo soggetto: i suoi valori fondamentali sono la chiarezza, l’accuratezza, la precisione e l’evidenza.
1) Complex problem solving: nessuno vuole problemi, tutti vogliono soluzioni. Soprattutto i capi e soprattutto se i problemi sono complessi. In una situazione economica sempre più complessa, che richiede un’alta capacità di flessibilità e di adattamento e lettura di nuove situazioni, la capacità di riuscire a sbrogliare situazioni complesse e di riuscire a individuare una soluzione diventa fondamentale.